Sono ultimamente in auge programmi televisivi  alquanto ” alternativi ” come per esempio  ” 1000 modi per morire ” su DMAX , eventi quotidiani in cui una semplice distrazione è fatale oppure “Clima assassino”  su Premium che vorrebbe  aiutarci a capire come i fattori climatici abbiano letteralmente determinato i cambiamenti del nostro mondo.

Aggiungiamo a quest’ultimo i titoli dei giornali in caso di incidente stradale : ” La nebbia uccide ancora… Tragico incidente a causa della pioggia…! Proviamo a fare alcune riflessioni in proposito. Siamo sicuri che la nebbia possa uccidere qualcuno ? ….considerando che , non è la nebbia che ha spinto un’auto contro un’altra, non è la nebbia che premeva il piede sull’acceleratore di quell’auto o che impediva di mantenere la distanza di sicurezza.   Semmai la nebbia può essere considerata una condizione che ha agevolato il prodursi del sinistro a causa della scarsa visibilità che essa comporta, ma non la causa dell’evento stesso. Fatto sta che tendiamo ad attribuire la causa di eventi tristi e drammatici a tutto e a tutti meno che a noi stessi. In modo particolare tendiamo a non attribuire cause a chi era al volante (e magari ha subito conseguenze gravi in seguito ad un sinistro) ma più semplicemente scarichiamo la responsabilità dell’evento sulle condizioni della strada, sugli eventi atmosferici, sulle carenze di segnaletica e così via. Tranne in  quei casi lampanti come per esempio l’incoscienza giovanile, lo sballo del sabato sera, l’alcool e così via.

Altro titolo : “Tragico incidente a causa della pioggia “……

forse sarebbe meglio scrivere : ”  La mancata osservanza delle prescrizioni del codice della strada in condizioni di scarsa visibilità o asfalto viscido  ha comportato un incidente stradale mortale” oppure :” A causa dell’eccessiva velocità e del mancato rispetto della distanza di sicurezza in condizioni di strada viscida un’auto è finita contro un’altra causando un incidente con tre morti”.  Ci dimentichiamo sempre della responsabilità di chi guida, di chi è al volante, di chi  pone in essere un  comportamento che risulta poi altamente pericoloso.

Purtroppo quello che certamente manca oggi in Italia è una cultura della sicurezza stradale. Ognuno di noi, seppure in misura diversa, crede di non aver bisogno di seguire le indicazioni e le prescrizioni del codice della strada.  A volte può essere vero, a volte basterebbe solo un po’ di sano buon senso.  Ma la maggior parte di noi è convinta di avere le doti indispensabili ad un buon guidatore come riflessi, vista, colpo d’occhio ecc. per cui non è indispensabile rispettare il limite di velocità come non è necessario evitare il sorpasso in condizioni di scarsa visibilità, come è perfettamente inutile mantenere la distanza di sicurezza e così via. Sono tutte perdite di tempo!

Possiamo inoltre affermare  che molti automobilisti vivono nell’ ” illusione del controllo” Noi usiamo dei parametri diversi per valutare gli altri rispetto a quelli che utilizziamo per valutare noi stessi. Alteriamo cioè a nostro favore il giudizio su di una situazione, un episodio, un evento. Facciamo un esempio. Se io, guidando la mia auto, finisco contro un albero, darò la colpa alla strada viscida o ad una scarsa efficienza del mio impianto frenante; se, invece, osservo un’auto mentre finisce contro un albero, tenderò ad attribuire la causa alla imprudenza del guidatore. Nel primo caso è colpa della situazione, nel secondo della persona. Si tratta di una forma di auto-protezione che utilizziamo inconsciamente ed è diffusissima. In pratica noi ci riteniamo più bravi, più meritevoli e meno colpevoli degli altri. In uno studio effettuato si chiedeva ad un certo numero di soggetti di dare una valutazione della propria abilità di guida. La valutazione era espressa su di una scala che andava da 1) sono un guidatore per nulla abile a 9) sono un guidatore di estrema abilità. I risultati ci dicono che pochissimi degli intervistati si considerano guidatori di media abilità, mentre la stragrande maggioranza si attribuisce un grado di abilità superiore alla media. Pare che l’inguaribile ottimismo dell’uomo riguardo alle proprie capacità emerga in maniera – in questo contesto – preoccupante. E’ preoccupante perché questo ottimismo si scontra con i dati sconcertanti relativi al numero degli incidenti stradali ed alle loro conseguenze. Pare che l’uomo viva, quando è sulla strada, come circondato da una atmosfera irreale, all’interno di una illusione di controllo: io ho il potere di controllare gli eventi, gli imprevisti, le difficoltà che incontro percorrendo la strada, e sono così bravo che posso rischiare…sempre di più!

Certo , le auto di nuova immatricolazione sono oramai ampiamente dotate di dispositivi di sicurezza come l’air-bag e l’ABS . . Ben vengano tutti questi accorgimenti e tutto ciò che può essere di ausilio al guidatore nel gestire situazioni rischiose e imprevedibili. Ma siamo sicuri che questi dispositivi siano accompagnati da un comportamento adeguato da parte del guidatore? Voglio dire, non è che il guidatore, rassicurato dall’avere tali marchingegni adotterà un comportamento ancora più spericolato… tanto ABS e airbag mi proteggono.

Beppe Grillo , quando ancora faceva il comico, ad una trasmissione televisiva parlando proprio di air-bag disse che invece dell’air-bag bisognerebbe fissare una baionetta al volante puntata contro al guidatore in modo tale che al più piccolo urto questa rischi di “infilzare” il guidatore: in questo modo i conducenti sarebbero molto più prudenti, manterrebbero le distanze di sicurezza e rispetterebbero i limiti di velocità!

Scherzi a parte, bisogna fare in modo che le norme siano interiorizzate e non imposte, solo così saranno efficaci!  Attiviamo degli interventi formativi volti a far sì che i guidatori, in modo particolare i giovani, percepiscano in maniera corretta la loro responsabilità quando sono al volante e agiscano di conseguenza.

I morti sulle strade per un comportamento di guida scorretto sono forse un’ emergenza da ricordare solo in occasione dei week-end, quando il numero sale?

22 marzo 2014