UNA STORIA DI ORDINARIA INGIUSTIZIA MORALE . NON C’E’ PACE PER I PARENTI DELLE VITTIME DELLA STRADA
L’incidente che ha prodotto la morte del Sig. Carmine Rifugio in Aprile di quest’anno a Massa Carrara mentre attraversava sulle strisce pedonali, ha ucciso un’altra persona e ferito gravemente la moglie del sig. Carmine Rifugio, poichè insieme si stavano recando al pulmann che li doveva portare in gita. Colui che ha prodotto l’incidente, investendo il gruppo di persone tra le quali vi erano i coniugi Rifugio , guidava un veicolo trasporto farmaci . Era un tossico. Il patteggiamento gli ha ridotto la pena, “2 anni per ogni persona AMMAZZATA e 3 mesi per una sopravvissuta : QUESTA È LA LEGGE ? questa è l’Italia!” commenta il figlio Roberto Rifugio . Il quarto dei quattro figli della coppia. Lo stesso Avv.to Giuseppe Bellanca , Vicepresidente dell’AIVIS che ha voluto seguire personalmente la famiglia Rifugio rivoltasi all’Associazione , scuote la testa. L’AIVIS aveva già anni fa depositato un disegno di legge sull’omicidio stradale, dove si chiedeva di abolire il patteggiamento per i casi di omidio stradale. Non è passata.
In aula il giudice si dimentica persino di nominare una delle due vittime rimaste uccise, proprio il sig. Carmine Rifugio, un “dettaglio” non importante per il giudice ma allucinante per il figlio Roberto, presente al processo , che nel chiedere il motivo di questa imperdonabile e incomprensibile dimenticanza viene persino redarguito. Neppure il nome di una vittima della strada. Neppure quel riconoscimento morale, poichè come dice la nostra Presidente Dott.ssa Manuela Barbarossa “ Nel nome di una persona vi è consegnata la sua identità “, e , nel caso specifico, continua Manuela Barbarossa psicoanalista, “il nome del padre è un’essenza irrinunciabile. E’ certo che c’è ancora una lunga strada da percorrere per far sì che le vittime e i parenti delle vittime trovino quel riconoscimento che nella percezione comune pare venga riservato più ai carnefici. “
Milano, 25 ottobre 2018
Associazione AIVIS

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