Riceviamo e pubblichiamo volentieri questa importante riflessione sulle omissioni di soccorso che sono in aumento. Un fenomeno inquietante  e preoccupante che non dovrebbe solo interessare chi si occupa di vittime della strada come noi , ma tutti coloro che  “leggono” in questo fenomeno uno spaccato sociale odierno.

 

L’INVESTIGAZIONE SCIENTIFICA COME EFFICACE STRUMENTO DI CONTRASTO  ALLE OMISSIONI DI SOCCORSO DA PARTE DELLE POLIZIE LOCALI LOMBARDE

Mentre mi accingo a scrivere di una piaga come il crescente numero di incidenti con omissioni di  soccorso con conseguenze gravi, mi giunge notizie di un ennesimo pirata della strada che a  Martinengo, in provincia di Bergamo, con la sua auto ha travolto e ucciso un motociclista di 23 anni   per poi darsi alla fuga.

La Lombardia e Milano, in particolare, conoscono bene questo fenomeno in preoccupante aumento,  il cui contrasto presenta molteplici difficoltà da parte delle forze di polizia. Il desiderio di dotarsi di  nuovi e più incisivi strumenti investigativi è stata la molla che, nel 2008, ha spinto la Polizia Locale   di Milano a costituire il Nucleo Investigazioni Scientifiche, per l’indagine tecnica delle omissioni di  soccorso.

Da allora grazie a impronte digitali, DNA, frammenti veicolari e impronte di pneumatici, la  percentuale di pirati della strada assicurati alla giustizia è sensibilmente aumentata.

Milano, come spesso succede, ha fatto anche in questo caso da capofila, istruendo nelle nuove  tecniche di investigazione scientifica altri comandi lombardi che ne hanno fatto richiesta. In  particolare Opera, Pioltello, Cologno Monzese e Gorgonzola sono operativi in questo senso già da  qualche anno, mentre attualmente sono in corso di formazione altri quattro comandi, per un totale  finale di trenta operatori formati.

Ma ancora non basta.

Non basta perché, anche prendendo in esame il solo territorio regionale lombardo, in troppi casi il  personale delle forze dell’ordine (in particolare polizia locale) che effettua il primo intervento sui  sinistri con omissione non ha una formazione specifica in merito alla gestione della scena del  crimine e non può contare su competenze specialistiche nell’immediatezza dei fatti.

Le competenze, tuttavia, ora esistono, come detto, e sarebbe auspicabile che in ambito regionale si sfruttasse il personale specializzato delle varie polizie locali, dislocandolo rapidamente laddove avvenga l’evento.

Non ha senso, a mio avviso, che un’omissione di soccorso possa essere adeguatamente trattata, dal punto di vista dell’intervento specialistico e delle investigazioni scientifiche, solo se avviene sul territorio di Milano o di uno dei comuni che possiede personale formato. Sarebbe bene sfruttare le  competenze a favore di tutta la popolazione lombarda, tanto più che la creazione della città metropolitana pone tra i suoi fondamenti proprio il concetto della possibile messa in comune delle  risorse umane.

La creazione di un ‘pool’ di specialisti dell’investigazione scientifica, composto da personale delle  polizie locali di diversi comuni, a disposizione della Lombardia, potrebbe essere un’idea per  ottenere un efficace azione di contrasto delle omissioni di soccorso su tutto il territorio regionale, rispondendo a effettivi criteri di efficienza ed utilizzo razionale delle risorse umane.

Milano , 30 luglio 2014

Edoardo Riva