GIANLUCA DI LISIO

 

LICENZA DI UCCIDERE

 

L’ 852012 alle ore 12,00, esattamente nel momento in cui tutta la chiesa innalzava la Supplica alla Vergine di Pompei, ha avuto il triste epilogo la storia Gianluca Di Lisio. Sembra ci sia un filo invisibile tra le ricorrenze dedicate alla Madre celeste e Gianluca.

 

La pena per chi uccide una persona sulla strada e sceglie il patteggiamento è :1 anno e 6 mesi di arresto pena sospesa. Tradotto

 

licenza di uccidere”

 

A nulla è valso dichiarare che il colpevole aveva a sua carico ,all’epoca dei fatti, una contestazione di reato per eccesso di velocità e otto punti in meno sulla patente, perché questo non costituisce un precedente penale e nella comminazione della pena, solo questo viene preso in considerazione.

 

La giustizia avrebbe dovuto aver un metro diverso di valutazione, un metro che avrebbe dovuto tener conto della correttezza, della assoluta non colpevolezza, della onestà, del rispetto per le regole che contraddistinguevano la vittima e tradurre tutto questo in una pena congrua che avrebbe fatto brillare di luce propria Gianluca Di Lisio.

 

Purtroppo ciò non è successo e i gudici con grande amarezza hanno dovuto applicare la legge.

 

Ma che giustizia è questa?

 

Chiunque si sentirà forte al volante di un auto,chiunque si sentirà libero di dar sfogo alla sua spavalderia, alla sua mania di grandezza e soprattutto “il pilota da tangenziale, il militante squadrista “ come si definiva il colpevole sul suo profilo di facebook nel 2010,tanto al massimo si patteggia e si ha 1 anno e 6 mesi pena sospesa.

 

L’associazione vittime della strada aggiunge l’ennesimo caso di giustizia-ingiusta ai tanti già annoverati.

 

L’auspicio è che presto questo tipo di reato sia riconosciuto come reato di omicidio anche se sarebbe certamente meglio prevenire prima di punire.

 

Sarebbero opportuno effettuare maggiori controlli specialmente sulle strade più pericolose, effettuare delle modifiche sulla viabilità, creare opere migliorative, aumentare la segnaletica e comminare multe molto, molto costose per chi non rispetta i limiti di velocità e infine considerare questa infrazione reato penale. E’ palese che la maggior parte degli incidenti mortale succedono per eccesso di velocità.

 

Punire ha un senso, ma un omicidio una volta perpetrato non restituisce ai familiari ciò che hanno perso.

 

Gianluca Di Lisio un ragazzo brillante nello studio, nella musica, nel nuoto, nei rapporti sociali il 16 luglio 2010 , dopo aver lucidato la moto a specchio, felice del suo piccolo gioiello, si faceva un giro; sbrigava qualche commissione familiare come era suo solito fare, soddisfatto della sua autonomia; andava a salutare gli amici baresi del chioschetto del pesce perché a breve ci sarebbe stato il fermo pesca e non li avrebbe visti per un po’. Per un folle gesto di un bullo ha pagato con la vita questa passeggiata.

 

Quale giustizia potrà mai restituirgli gli anni della sua adolescenza, le feste, lo studio, le competizioni sportive, le esibizioni musicali, l’affetto di una ragazza, dei suoi amici, dei suoi insegnanti, della sua famiglia e di suo fratello.

 

Nonostante l’ingiustizia il suo ricordo è puro, pulito, limpido come era lui e come non mai.

 

Ti abbracciamo tutti Gianluca