TAGLIATI I RISARCIMENTI ALLE VITTIME DELLA  STRADA

In agosto, il Consiglio dei Ministri ha varato un provvedimento, un DPR, che sostanzialmente dimezza il risarcimento da parte delle assicurazioni alle vittime della strada e sarà vincolante anche per i Giudici in Tribunale.

Si tratta di un taglio che va a colpire tutti i casi di invalidità che vanno dal 10% al 100 % e dunque la maggioranza dei risarcimenti che le assicurazioni si ritrovano a dover onorare.

Questa notizia , che produce inevitabilmente un moto emotivo di diniego, di stupore e di rabbia , è assolutamente emblematica e apre a numerose riflessioni sia particolari che universali sul comportamento da parte delle istituzioni verso chi ha subito un incidente stradale .

Apre a riflessioni sia sul problema in se stesso, quello dei risarcimenti alle vittime della strada, che a pensieri che sfiorano alcuni motivi fondamentali che contrassegnano l’esistenza di tutti noi e lo stesso valore del denaro.

Siamo del resto in un momento storico che è in grado di far convivere gli opposti, normalizzando questa condizione di disordine.

Solo nell’inconscio gli opposti possono convivere, ma l’inconscio, per sua natura ha regole e leggi di “funzionamento” tutte sue , che prevedono l’assunzione di contraddizioni che neppure sono vissute come tali.

Al contrario , il vivere cosciente e razionale che ci caratterizza, necessita di una logica all’interno della quale il principio di non contraddizione è un fondamento.

E dunque come è mai possibile giungere a dimezzare i risarcimenti alle vittime della strada, attuando una vera e propria improvvisa cesura delle tabelle , proprio quando stiamo maggiormente prendendo coscienza , anche istituzionalmente , del dramma degli incidenti stradali ?

C’è qualche cosa che non va.

Il denaro come risarcimento ha un valore assolutamente concreto, morale ed esistenziale in questo frangente.

E’ impossibile non comprendere che quando ci si ritrova un familiare gravemente offeso e dunque invalido a seguito di un incidente stradale, la vita della famiglia oltre che della persona stessa che ha subito la menomazione , si stravolge dolorosamente , il futuro diventa opaco,  difficile e a volte , purtroppo , insopportabile. Il denaro, in questo caso, assurge ad un ruolo etico in quanto serve a curare , a garantire, a salvare, a dare un briciolo di respiro, a permettere ad un familiare di dedicarsi alla persona che dal giorno dell’incidente avrà bisogno di cure e attenzioni.

Ma c’è anche un altro valore, quello simbolico, che non è secondario.

In un mondo che monetizza tutto, e che ha fatto del denaro un valore in sè e per sé, il valore simbolico del denaro , come riconoscimento di importanza , lo percepiamo tutti. E’ una esperienza condivisa.

E dunque, il ruolo di vittima va assolutamente riconosciuto non solo da un punto di vista emozionale , affettivo portando rispetto e solidarietà, ma la condizione di vittima va anche riconosciuta per l’appunto simbolicamente e dunque economicamente.

 Il governo giustifica questo Dpr, surrettiziamente, con la motivazione pretestuosa di uniformare le tabelle sul piano nazionale.

Nulla di più falso: le tabelle esistono già uniformate e riconosciute dalla Cassazione come assolutamente corrette e proporzionate e sono le tabelle milanesi.

Altra giustificazione pretestuosa: con la riduzione del risarcimento alle vittime della strada, verrà ridotta in seguito la RC auto.

A parte la volgarità morale di equiparare economicamente due realtà così diverse, antecedentemente con l’introduzione del cid si era detta la stessa cosa, ovvero che si sarebbero ridotte le tariffe RC. Non è avvenuto, ma al contrario, le quote sono aumentate.

Non ci sono giustificazioni o motivazioni che possano legittimare né oggettivamente né moralmente tale cambiamento.

L’AIVIS, quale Associazione rappresentante le vittime della strada e i loro familiari, chiede formalmente che tale DPR non venga approvato.

Associazione AIVIS

Dott.ssa Manuela Barbarossa