Codice della strada. Ma nel nuovo DL semplificazione, la sicurezza stradale siamo certi che sia al primo posto?

Codice della strada. Ma nel nuovo DL semplificazione, la sicurezza stradale siamo certi che sia al primo posto?

di Manuela Barbarossa

Presidente Associazione A.I.V.I.S.

Qual è il fine del codice della strada?

Uno dei suoi inalienabili principi fondamentali è quello di garantire la sicurezza stradale e di sviluppare una mobilità sostenibile nella direzione di una garanzia per la qualità della vita delle persone.

Nel testo del disegno di legge di conversione del decreto ‘semplificazione’, approvato in settimana al Senato, le variazioni che si stanno proponendo non vanno in nessun modo in questa direzione.

La prima cosa che è impossibile non notare è che non vi è nessun riferimento alla guida con il cellulare. Gravissima omissione.

Eppure la distrazione è la prima causa di incidente stradale, ed il cellulare utilizzato alla guida come se fosse un telefono fisso (alcuni ,mentre guidano ,lo appoggiano tra orecchio e spalla), è la prima causa di distrazione.

Non solo.

Nel nuovo DL relativo al codice della strada ,si autorizza ad esempio la guida in contromano delle biciclette in città. Fatto gravissimo.

Invece di regolamentare il corretto utilizzo di biciclette e monopattini, facendoli rientrare, di fatto, nello status di “mezzi di trasporto” che si muovono in mezzo al traffico cittadino, considerata anche la loro oramai grande utilizzazione che si sta promuovendo, si continua a dare alle biciclette e ai monopattini un’immagine bucolica, da passeggiata nel parco.

La bicicletta e il monopattino devono seguire le regole del traffico, venire regolamentati attraverso l’obbligo di una assicurazione, un casco, una targa identificativa e chi li guida deve rispettare le norme della circolazione ed utilizzare la cosiddetta diligenza del buon padre di famiglia.

La confusione mentale che crea una bicicletta in contromano è grave.

I pedoni, ad esempio, se attraversano in un senso unico non si attendono che un veicolo possa giungere in senso opposto e questo aspetto può essere fonte di incidente, come già troppo spesso è avvenuto.  I pedoni  sono  anche adolescenti, ragazzini, anziani , disabili , e gli automatismi comportamentali  condizionano  comunque noi tutti.

Ed essere travolti da una bicicletta, cadere a terra, o subire un incidente mentre si è alla guida della bicicletta o del monopattino, non ha nulla di bucolico o che possa essere assimilato ad una passeggiata nel parco.

Ci si attendeva quindi, anche a fronte di tante battaglie fatte dalla nostra Associazione A.I.V.I.S. sulla sicurezza stradale a favore degli utenti deboli, che, al contrario, biciclette e monopattini, in quanto significativi mezzi di trasporto alternativi, che, come i veicoli a motore, possono causare e subire incidenti, anche gravissimi (spesso mortali), trovassero finalmente uno statuto di mezzi di trasporto tout court.

Casco, assicurazione, cultura del movimento su strada. Regole uguali per tutti che creano ordine e disciplina nel traffico.

Fondamentali per evitare l’incidentalità.

Se poi aggiungiamo il fatto che questo nuovo codice della strada pare autorizzare personale non competente a sanzionare i cittadini colpevoli di infrazioni al CdS, comprendiamo lo stato non solo di eccessiva e inaccettabile confusività che questo DL introduce, ma percepiamo al suo interno l’impulso ad andare in verità contro le stesse regole.

Una sorta di contro etica. Ad esempio la questione dell’autovelox sulle strade urbane sino a ieri proibito. O, ancora, le biciclette in contromano . 

Oppure l’attribuzione di compiti normativi da pubblico ufficiale a personale civile (e non ci si riferisce agli ausiliari del traffico).

Il personale autorizzato e competente con funzioni di pubblico ufficiale esiste e va rispettato.

Va tuttavia messo nelle condizioni di svolgere al meglio la propria funzione.

Questa tendenza ad essere fuori dal merito e al riconoscimento di funzioni a pioggia è un fatto gravissimo, prima ancora che legislativo, etico. 

Il codice della strada, come dicevamo, ha una funzione di tutela del cittadino ben precisa che va elevata, non mortificata.

Ma soprattutto esso rappresenta, anche da un punto di vista sociale e storico, un riferimento che deve essere evolutivo, educativo, normativo e non deve deludere se stesso autorizzando biciclette in contromano (lo stesso concetto di poter andare in “contromano” è un ossimoro) o autorizzare netturbini a dare le multe.

Più che un nuovo codice della strada, questo nuovo DL pare essere una sorta di risposta involutiva e dissacratoria a domande che nessuno ha mai fatto.

Milano, 8 settembre 2020

Intervento ripreso e pubblicato  il 15 settembre su LA VOCE METROPOLITANA 

http://https://www.lavocemetropolitana.it/codice-della-strada-ma-nel-nuovo-dl-semplificazione-la-sicurezza-stradale-siamo-certi-che-sia-al-primo-posto/